Quando pensiamo al nostro corpo come a una macchina automatica priva di sacralità, dimentichiamo un dato empirico fondamentale.
In preda agli automatismi quotidiani, dimentichiamo che è geniale la forza che spinge il sangue nelle nostre vene o ci fa sprofondare nel sonno.
Tendiamo a dimenticare la potenza ignota che nel nostro corpo regola e distribuisce così soavemente il tepore e scioglie o contrae le fibre dei nostri muscoli.
Il corpo è sacro, la nostra essenza impersonale, remota, impadroneggiabile, è sacra.